La Cina

Drum Temple, Xi’an

Premetto che quanto segue è la descrizione assai generica della mia personale idea riguardante il ‘cinese medio ’. Si basa sulle esperienze vissute dalla mia persona nell’arco di un intero mese di viaggio attraverso la Cina. Da Pechino alla regione montuosa del Gansu. Dalla centralissima Xi’an fino alle terre incantate di Guilin e Yangshuo e infine Shanghai, moderna e all’avanguardia.
Durante questo periodo sono stata a stretto contatto con un vasto e alquanto svariato numero di persone di nazionalità cinese.
Non pretendo fare alcuna descrizione antropologica del popolo cinese e tantomeno intendo esprimere alcun giudizio riguardo alla sua cultura, ai suoi usi e costumi.

CONSIDERAZIONI GENERALI SULLA CINA


·      La sicurezza.
La prima cosa ad avermi fatto una certa impressione è la sicurezza maniacale e il controllo a tappeto che il governo cinese esercita sul suo popolo e su chiunque calpesti il suolo cinese.
All’entrata nel paese mi sono state prese tutte e 10 le impronte digitali e mi hanno fatto una sorta di scanner completo alla faccia, con tanto di linee di proporzione, da mettere a confronto con la fotografia del mio passaporto.
L’intera superficie delle città è coperta da un efficientissimo sistema di videosorveglianza. Le telecamere sono dappertutto! Lungo le strade e ad ogni incrocio, nei parchi pubblici e in quelli a pagamento. Le trovi nelle stazioni, nei negozi, sulle scale di qualsiasi edificio. Ovviamente nelle metropolitane, nelle quali è possibile accedervi solo previo controllo di sicurezza. In qualche città vengono persino controllate le bottiglie di acqua che le persone si portano appresso: tramite l’utilizzo di un macchinario speciale si assicurano che nessuno introduca bevande alcoliche in metropolitana.
Ai loro occhi indagatori non sfugge nulla!
Ti osservano dalle grondaie, dai pali della luce, dagli angolini più remoti delle case. Non ci si può scaccolare in pace, senza che il governo cinese lo venga a sapere.
Sono stata sottoposta alla procedura dello scanner facciale anche quando ho comperato la scheda SIM cinese, in un negozio della China Mobile.
I poliziotti poi, sono ovunque. Appostati in piccoli gruppetti sparsi qua e là, controllano che tutto sia in ordine e sotto controllo. Riescono ad assumere e mantenere una posa talmente perfetta e statuaria che più di una volta mi sono chiesta se non fossero dei manichini. Ogni loro gesto è studiato nel minimo dettaglio. Quando si spostano in gruppo per esempio, lo fanno in fila indiana, il passo è perfettamente sincronizzato. Hanno movimenti così regolari e uniformi che pare di vedere un’immagine animata al PC.
Persino la polizia stradale dirige il traffico con movenze robotiche sincronizzate al suono dei loro fischietti. Niente a che vedere con quella che lavora a Ulan Bator, dove ho visto dirigere l’infernale traffico della città con movenze da far invidia ai migliori ballerini di Tip Tap.
In linea di massima però la polizia è piuttosto gentile e ben disposta nel prestare aiuto, seppur mantenendo un’espressione solennemente seria.
In generale tutti i cinesi tendono ad essere disponibili e cordiali, mi hanno aiutata più volte e in maniera del tutto disinteressata.

Telecamera ‘nascosta’, Jingshan Park, Pechino

·      L’estrema curiosità.
Ci sono cose alle quali non sono proprio riuscita ad abituarmi, nemmeno dopo un mese di viaggio.
Hanno per esempio la fastidiosissima abitudine di fissare in maniera a dir poco insistente le persone… o meglio, la sottoscritta, in quanto portatrice di faccia occidentale.
All’inizio la cosa non mi pesava particolarmente, anzi mi faceva ridere. Rispondevo ai loro sguardi con un sorriso e un saluto, al quale seguivano due tipi di reazione: ricambiavano felici con un cenno del capo e una parola gentile, oppure rivolgevano velocemente lo sguardo da un’altra parte con espressione colpevole, come a dire: ”Oh! Si è accorta che la sto fissando da tre quarti d’ora!”.
L’essere osservata minuto per minuto e in ogni luogo che frequentassi, ha cominciato ad infastidirmi dopo circa una decina di giorni il mio arrivo in Cina.
Io capisco che devo essere stata una strana visione per loro e credo che la curiosità sia una buona qualità. Ma avere lo sguardo di tutti addosso, sempre e comunque e in ogni singolo momento della giornata, può mettere una certa ansia.
Camminavo per strada e tutti, ma dico tutti, si voltavano a guardarmi seguendomi con lo sguardo fino a che non sparivo dalla loro vista.
Mi incollavano gli occhi addosso mentre mangiavo o bevevo, facevo compere o sedevo al parco, parlavo al telefono o scrivevo al pc, mentre visitavo qualche luogo o scattavo qualche foto… e chi ne ha più ne metta!
Un incubo! Dopo un po’ ho cominciato a sentirmi sbagliata e mi sono creata un certo numero di fisime mentali. Sistemarmi i capelli in maniera maniacale o controllare in continuazione di non avere la maglietta macchiata o qualsiasi cosa fuori posto per esempio.
Ho finito con il fare vere e proprio gare di sguardi, ma non sempre vincevo io!

Quartiere mussulmano, Xi’an
Quartiere mussulmano, Xi’an.
Ho visto addetti della pulizia stradale pulire i pali dei lampioni o le ringhiere a bordo strada con acqua e detersivo, poi mi imbatto in cose simili. Quando si dice il contrasto.

·      Il loro modo di fare e comportarsi.
Secondo il mio punto di vista ed educazione, li definirei rozzi e talvolta incivili.
Credo però che non si tratti di ‘maleducazione’, hanno semplicemente un’altra visione delle cose e di conseguenza un altro tipo di comportamento.
MA:
– scatarrare rumorosamente a destra e a manca, o espellere il proprio muco nasale soffiandolo con potenza a terra, è una cosa che proprio non posso vedere. Anche ammettendo che ci voglia una certa abilità!
–  non mettono mai la mano davanti alla bocca nell’atto di tossire o starnutire, mai! Ti tossiscono direttamente in faccia. Altro punto dolente.
–  non rispettano le file. Alcune donnine esili e all’apparenza innocue sono capaci di soffiarti il posto dimostrando ottime abilità tecniche, degne dei migliori giocatori di rugby. O grossi omoni robusti che con movenze feline ti appaiono magicamente davanti. Lo fanno con una noncuranza allarmante, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
–  non rispettano lo spazio personale, sono piuttosto invadenti. Mi è capitato che dei totali sconosciuti mi si facessero troppo vicini e cominciassero a fissare il mio telefono, chinandocisi proprio sopra! Mi sono ritrovata a non vedere più lo schermo del mio cellulare perché la testa di qualcuno si frapponeva tra me e il telefono!
O ancora, agli sportelli informativi o alle biglietterie: è capitato che l’addetto non avesse il tempo di finire di servirmi o di spiegarmi qualche cosa, che la persona in fila dopo di me si avvicinava e spingendomi via chiedeva qualche informazione parlando sopra a tutti con nonchalance.
–  sono sporchi, nel senso che lasciano un cesso (perdona il termine) al loro passaggio. Carte, residui di cibo, immondizia di ogni tipo.
Durante la tratta in treno Zhangye – Xi’an ho visto una donna tagliarsi le unghie dei piedi. Ora, i treni sui quali ho viaggiato non avevano le cuccette separate. L’intero vagone era un gigantesco spazio aperto condiviso da tutti, un po’ come i treni russi di terza classe ma con più persone. Capirai il mio disappunto nel vedere come le unghie della cara signora saltassero un po’ dappertutto, per quanto pulite possano essere state!
–  sono molto rumorosi. Masticano con la bocca aperta facendo un rumore infernale e non conoscono l’utilità delle cuffiette. Ho passato delle ore ascoltando ogni sorta di musichetta ripetitiva, scene di film o video vari a volume altissimo. Durante le chiamate e/o videochiamate usano la funzione del vivavoce. Con il volume al massimo.
 
·      I treni.
I treni cinesi non hanno nulla a che vedere con i pulitissimi e comodissimi treni russi.
Tanto per dirne una: in Cina le lenzuola non vengono cambiate tra un passeggero e l’altro, ma solo al termine di una corsa. Che però può avere la durata di interi giorni. Questo significa che se sali a metà tratta o verso la fine della stessa, la federa e le lenzuola che hai in dotazione sono già state utilizzate da chissà quanti passeggeri prima di te. È del tutto comune trovare peli e capelli, briciole, fazzoletti o cartacce. E l’odore. L’odore di chi è passato prima di te si sente eccome!
Sui treni cinesi poi è permesso fumare. L’area fumatori si trova nel punto di congiunzione tra i due vagoni, dove ci sono le porte per salire e scendere dal treno. Un leggero ma costante odore di fumo invadeva l’intero vagone ogni qualvolta qualcuno andava a fumare una sigaretta. E i cinesi sono famosi per la loro dipendenza dal fumo.

Area fumatori sul treno

·      La barriera linguistica.
Mi è capitato più volte che tentassero di spiegarmi qualche cosa parlandomi in cinese, anche quando era evidente che io non capissi niente. Qualche volta mi divertivo a rispondere in italiano, tanto non c’era alcuna speranza di riuscire a capirsi!
 
·      I condimenti.
Non usano il sale o lo zucchero, mai. Non lo si trova nemmeno sui tavoli e tutte le volte che chiedevo una o l’altra cosa, mi donavano un’espressione a metà tra il dubbio e la diffidenza.
 
·      I camion della pulizia stradale.
I camion addetti alla pulizia delle strade di Zhangye e di Xi’an sono dotati di una musichetta allegra, come quella dei camion dei gelati che si vedono nei film.
A Zhangye per esempio, la canzone era ‘Jingle Bells’, sparata a tutto volume! Purtroppo non ho avuto l’occasione di chiedere a qualcuno il senso di questa cosa.
 
·      I cinesi adorano ballare.
È facilissimo imbattersi in gruppi di ballo più o meno grandi, soprattutto nei parchi e nelle piazze. Sono composti dal più svariato tipo di persone, giovani e vecchi, uomini e donne. Formano quello che sembra un gruppo improvvisato e ballano tutti assieme. Balli di gruppo o a coppie, qualsiasi tipo di musica. È una bellissima cosa da vedere! Sono anche piuttosto sportivi, non è raro vedere diversi signori anziani usufruire delle strutture sportive che si trovano in molti parchi cittadini.

Parco dei Due Fiumi e Quattro Laghi, Guilin

La Cina è il paese più strano e assurdo che io abbia mai visitato.
Durante questo periodo di viaggio ho più volte preso in considerazione l’idea di trovare un lavoro in Cina e di viverci per un po’, ma ci sono cose delle quali forse non riuscirei mai ad abituarmi.
È pieno di meraviglie e di contraddizioni. L’ho amato profondamente e mi ha fatto vivere emozioni indescrivibili, ma sono felice che il mio mese qui sia terminato.
Prossima tappa, Giappone: quel che si dice un cambio drastico!

Shanghai Pudong Airport

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