Il Trentino e la Grande Guerra

Era il 28 giugno del 1914, quando il giovane Gavrilo Princip esplose i proiettili che assassinarono l’erede dell’Impero austro – ungarico, l’arciduca Francesco Ferdinando. Tale gesto omicida è ad oggi considerato l’elemento scatenante della Prima Guerra Mondiale e della conseguente dissoluzione dell’Impero austro-ungarico, l’Impero russo e l’Impero tedesco.
Quando le potenze vincitrici disposero la ripartizione di questi territori, il Trentino – Alto Adige passò all’Italia.
Improvvisamente l’identità nazionale di un intero popolo cambiò in maniera drastica.

L’avvento della Grande Guerra investì le regioni del Trentino – Alto Adige, cambiandone la storia e stravolgendone il destino.
La Prima Guerra Mondiale fu il più grande conflitto armato che gli uomini avessero mai visto e prodotto, fino a quel momento della loro storia.
Le conseguenze di un evento di tale portata furono varie e numerose, sia dal punto di vista umano che da quello politico-economico.

La Grande Guerra, una vicenda da cui prendere ispirazione

Andalo, agosto 1914.
Riccardo Melchiori era un giovane uomo di bell’aspetto, la cui vita seguiva il ritmo secolare delle stagioni e delle necessità, tipica di tutti i paesini montani di quell’epoca.
La regione del Trentino era sotto il dominio dell’Impero austro-ungarico, che con la dichiarazione di guerra alla Serbia chiamò alle armi tutti gli uomini di età compresa tra i 21 e i 42 anni.
Furono circa 60.000 i trentini arruolati, 12.000 dei quali non fecero mai ritorno a casa.

Panoramica di Andalo, 1928

Riccardo ha 27 anni quando si prepara a partire per quella che i posteri definiranno con il nome altisonante di Grande Guerra. Fu probabilmente spedito sul fronte orientale per combattere le truppe russe nel territorio della Galizia, un’area geografica oggi a cavallo tra la Polonia e l’Ucraina.

Qui molti uomini caddero in prigionia e molti altri disertarono con la speranza di scampare alla pazzia del conflitto.
Alcuni di loro riuscirono a tornare a casa con mezzi di fortuna e solo dopo un lungo peregrinare. Così fece Riccardo, che raggiunse il suo paese d’origine attraversando a piedi parte dello sconfinato territorio russo.

Il 14 maggio 1919 riuscì a sposare la sua amata Maria.
Dalla loro unione nacque, nel 1931, mia nonna Enrichetta, l’ultima di 7 figli.

Maria e Riccardo, il giorno del loro matrimonio

“Racconti dal Trentino-Alto Adige”, il concorso letterario

Ho partecipato all’edizione 2020 del concorso letterario “Racconti dal Trentino-Alto Adige”, presentando il racconto ‘Ritorno in Patria‘.
La storia è ispirata ad un’esperienza vissuta dal mio bis – nonno in terra Russa, durante il conflitto della Prima Guerra Mondiale. Purtroppo non si conoscono con certezza gli avvenimenti che lo portarono a fuggire da quella terra, ho dato quindi libero sfogo alla fantasia.

Le poche informazioni sulla sua esperienza di guerra sono costituite unicamente dai ricordi di mia nonna. Da bambina rimaneva affascinata dalle parole di suo padre ogni qual volta le raccontava di minuscoli paesi russi abitati da contadini poverissimi, la cui estrema gentilezza e cordialità lasciava senza parole.
Più volte i contadini hanno ospitato il mio bis – nonno e, nel limite delle loro possibilità, hanno condiviso con lui il poco cibo a loro disposizione. In un’occasione è stato persino invitato a partecipare ai festeggiamenti di un matrimonio!
La nonna ancora sorride al ricordo del suo papà che si cimenta nella pronuncia di qualche parola russa.

Riccardo e Maria, 53 anni insieme

La Grande Guerra appartiene a un passato apparentemente lontano, uno spaccato della nostra storia che qualcuno ha abbandonato lungo una linea temporale infinitamente più durevole, ciclica e ricorrente, di quanto la nostra memoria possa comprendere.

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