In aeroporto, direzione Giappone

Il Giappone è il quarto paese che visiterò in questo mio viaggio ed è il primo nel quale non ho avrò bisogno di un visto. Il passaporto italiano permette infatti di ottenere il visto gratuito per il Giappone della durata complessiva di 90 giorni, che viene rilasciato direttamente alla frontiera.

Il giorno prima del mio volo, la mia ansia pre-partenza mi ha portata a ricontrollare un’ennesima volta che ogni cosa fosse in regola, e scorredo una delle tante pagine Web ho scoperto che ultimamente il Giappone ha inasprito i controlli doganali. Ho trovato l’inquietante informazione secondo cui il visto di entrata nel paese viene rilasciato solo a coloro che posseggono un biglietto aereo di partenza dal paese.
Un po’ come la Cina.

Io, un biglietto aereo di partenza dal Giappone, non lo ho.
In realtà non ho nemmeno idea di come uscirò dal paese. Sto valutando l’idea di raggiungere la Corea del Sud con un traghetto, dipende ovviamente dal costo.
Non c’è nulla di pianificato.
Decido di non preoccuparmi troppo, penserò al da farsi nel momento in cui mi si presenta il problema.
Chiudo lo zaino, e me ne vado a dormire.
Carpe Diem!

Giappone, partenza, viaggio in solitaria
Il mio zainone pronto per la partenza!

L’arrivo in Giappone e le prime incomprensioni culturali

Le due ore di volo Shanghai – Osaka procedono tranquillamente, mi viene anche servita (inaspettatamente) la cena.
Atterrata in terra nipponica compilo il modulo di immigrazione e recuperato il mio zaino, mi preparo per il controllo doganale.

Un’addetta ai controlli si aggira tra le persone in fila per assicurarsi che i moduli di immigrazione vengano compilati correttamente e quando mi raggiunge ne approfitto per chiedere conferma a un dubbio. Nella compilazione del modulo ho lasciato in bianco il campo riguardante il tempo di permanenza nel paese: non so ancora quanti giorni mi fermerò in Giappone, dipende da diversi fattori, e deciderò solo in seguito.
So che il visto turistico permette un tempo di permanenza massima di 90 giorni, vorrei quindi la conferma di poter scrivere questo dato sul modulo, così da poter gestire il tempo che ho a disposizione come meglio credo.

La signora non sa rispondere alla domanda, mi manda quindi da un suo collega al quale spiego il mio dubbio.
Il ragazzo però sembra non capire. Con sguardo vacuo mi risponde che se voglio ottenere il visto devo compilare tutti i campi del modulo.
Questo però già lo so.
Gli spiego la mia situazione e la mia tipologia di viaggio, e gli chiedo se è possibile inserire la dicitura ‘90 days’ nell’apposito spazio.
Per tutta risposta, il ragazzo mi chiede informazioni riguardo all’aereo con il quale sono arrivata.
Un tantino disorientata gli mostro il mio biglietto aereo e indicando il mio modulo di immigrazione, lo rassicuro sul fatto di aver inserito correttamente l’informazione riguardo l’aereo che ho preso.

Lui mi guarda dubbioso.
Sempre riferendosi al mio volo, mi chiede poi da dove vengo e io rispondo che arrivo dalla Cina.
“Vivi in Cina?” mi chiede.
Gli spiego che vivo in Italia e che sto viaggiando, la Cina è solo una delle mie tappe. Mi chiede quindi se dall’Italia sono arrivata in Cina, per poi raggiungere il Giappone in un secondo momento.
Gli faccio vedere i visti dei paesi nei quali sono stata, raccontandogli brevemente le tratte del mio viaggio.
Il ragazzo mi guarda poco convinto, dal suo sguardo vacuo intuisco che non me la caverò tanto in fretta.
E infatti, indicando sul modulo il campo vuoto riguardante il tempo di permanenza nel paese, mi ripete che la sua compilazione è obbligatoria per l’ottenimento del visto.
“Devi compilare il campo mancante.” dice.

Comincio a pentirmi di aver sollevato questo dubbio, e rassegnata gli ripeto tutto daccapo.
Il ragazzo però, proprio non capisce le mie spiegazioni. Chiede quindi aiuto ad una collega che, purtroppo, è ancora peggio di lui.
Mi armo di pazienza e spiego nuovamente tutta la situazione, cercando di usare le parole più semplici che mi vengono in mente.
Lei mi ascolta attentamente, e guardandomi poi con compassione esclama: “Oh no! Non hai un posto dove stare in Giappone?”
Io non so se ridere o piangere.
Inspiro profondamente e con tono un tantino alterato indico il campo già compilato sul modulo di immigrazione, nel quale inserire l’indirizzo del luogo dove si intente alloggiare. Le leggo quindi l’indirizzo dell’ostello che ho prenotato, ad alta voce.
Parlando poi molto lentamente, le spiego che il mio dubbio riguarda il periodo di tempo in cui intendo fermarmi e indico l’unico campo rimasto vuoto sul modulo.

I due ragazzi si guardano, sembrano confusi.
Decidono infine di arrendersi.
“Ok, vai direttamente al controllo di dogana e prova vedere se ti fanno passare!”
Sorridono, ma il loro tono non è per nulla convinto.

L’ottenimento del visto

Raggiunto il banco di controllo doganale, spiego la situazione all’addetto chiedendo conferma al mio dubbio. L’uomo al di la del vetro mi guarda dubbioso, mi chiede da dove arrivo.
“Cina.”
“Vivi in Cina?”
Ancora.
Gli racconto del mio viaggio, gli mostro i visti. Per capire meglio, lui prende un foglio e scrive le mie tappe collegate da una freccetta.

Italia → Russia → Mongolia → Cina → Giappone

“E dopo il Giappone dove vai?” mi chiede curioso.
Rispondo che vorrei raggiungere la Corea del Sud, ma che non so ancora quando. Non posso quindi mettere per iscritto un periodo di tempo definitivo sul modulo.
Mi guarda assorto, annuisce. Poi prende la penna e aggiunge la Corea al suo schemino.
“E dopo la Corea vuoi tornare in Giappone… Giusto?” e aggiorna lo schemino che ha disegnato.
Io non ho parole. Ma da dove cavolo ha preso questa informazione?
Lo guardo per un momento, in silenzio.
Faccio un respiro, nascondo la naturale ilarità che tutta la situazione mi provoca e di nuovo gli spiego tutto.
Dal principio.
Finalmente sembra capire e conferma il mio dubbio: prendo la penna e scrivo ’90 days’ sul modulo.
L’omino appone il visto sul mio passaporto.
Sono entrata ufficialmente in Giappone!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.