La favola della volpe e della cicogna

La favola della volpe e della cicogna è un’antica favola scritta da Esopo, e ripresa poi anche da Fedro.
La favola possiede una morale ben precisa, dalla quale deriva un famoso proverbio: Chi la fa, l’aspetti.

Passeggio per i lussureggianti Giardini di Alessandro, lungo le mura del Cremlino, quando noto che una delle numerose fontane fa sfoggio di una particolare statua.
La favola della volpe e della cicogna mi viene subito alla mente, e per un momento ho avuto il privilegio di tornare bambina.

Il testo della favola

C’era una volta una volpe che, fatta amicizia con una cicogna,
decise di invitarla a pranzo.
Mentre preparava un raffinato brodino, non resistette alla
tentazione di farle uno scherzo: “Si accomodi, signora cicogna,
le ho preparato un brodino speciale di rane e prezzemolo!”
“Grazie, Grazie” rispose contenta la cicogna annusando l’invitante
profumo, ma di colpo si rese conto dello scherzo:
il suo lungo becco, per quanto si sforzasse,
non riusciva a bere dal piatto basso che le aveva offerto la volpe!
“Beva, Beva! Non le piace? L’ho preparato apposta per lei” diceva la volpe con un risolino.
“Mi dispiace, ma improvvisamente mi è venuto
un terribile mal di testa che mi ha tolto l’appetito!” si scusò la cicogna.
La volpe premurosa si affrettò a risponderle:
“Un così buon brodo… pazienza sarà per un’altra volta!”
E la cicogna le disse di rimando: “Ecco brava, la prossima volta sarà a casa mia,
la invito domani a pranzo!”

Il giorno seguente la volpe si presentò puntuale a casa della cicogna.
Accomodatasi al tavolo, le venne servita una gustosa minestra di pesce all’interno di una brocca dal collo lungo e stretto.
Con l’acquolina in bocca, accostò la lingua alla stretta imboccatura del vaso,
ma i suoi sforzi si rivelarono vani e non riuscì ad assaggiare neanche un goccio di minestra.
La volpe beffata ritornò a casa a stomaco vuoto,
mentre una vocina dentro le diceva:
“Chi la fa, l’aspetti!”