La Transiberiana

Novosibirsk, Transiberiana, Russia, viaggio in solitaria
La stazione di Novosibirsk

La Transiberiana evoca nella mente del viaggiatore una moltitudine di pensieri romantici, un ideale di luoghi mistici e sconosciuti, il mistero di popoli lontani.
La magia del viaggiare via terra, la nostalgia di una lentezza che non ci appartiene più da tempo.
Lentezza’ è la parola più adatta per descrivere questa tratta: le giornate sul treno procedono con un ritmo ben preciso, tranquillo, quasi statico. La vita scorre senza fretta, alla velocità oggi obsoleta di un mostro di metallo che inesorabilmente trafigge questo paese gigantesco.
Ogni cosa è estremamente rallentata, tutti aspettano con calma il passare del tempo.

Transiberiana, Russia, viaggio in solitaria
Sul treno, terza classe

Ekaterinburg – Krasnoyarsk è la tratta più lunga della mia traversata, sono più di 2300 km per un totale di 33 ore di viaggio, ad una velocità media di 50 km orari.

Le persone sonnecchiano la maggior parte del tempo, c’è chi legge un libro e chi fa le parole crociate. Qualcuno chiacchera, qualcun altro ha lo sguardo fisso nel vuoto. Due bambini giocano sotto lo sguardo attento della madre, mentre una ragazza fa il punto croce. C’è un generale via vai lungo il corridoio centrale.
Osservo questa vita lenta, sonnolenta e silenziosa.

La cuffietta in un orecchio mi regala le note delicate di una chitarra, in perfetta armonia con il momento presente.
Il treno curva leggermente e i raggi del sole entrano all’improvviso e quasi con prepotenza dal finestrino, gettando nuova luce nel vagone. Tutto si trasforma, l’immagine della quotidianità d’eccezione che ho davanti agli occhi assume sfumature tenui, calde.
Mi emoziono.

Transiberiana, Russia, viaggio in solitaria
Passeggeri della Transiberiana, terza classe

I chilometri si accumulano alle mie spalle, ma il paesaggio rimane invariato.
La Siberia si estende là fuori, un’ infinita monotona distesa sterminata, ed io non riesco a staccarle gli occhi di dosso.

Rincorro i miei pensieri lungo le rotaie e mi lascio rapire dai ricordi, che chissà per quale dannato motivo si portano sempre appresso un po’ di malinconia.
Penso all’Amore, ai miei mille passi falsi, alle illusioni e alle speranze.
Al dolore e alle delusioni.
Penso a mia madre, alla mia famiglia, alle persone che amo.
Penso al paese che io chiamo casa.
 
Penso a mio padre.
Penso a mio padre.

Russia, viaggio in solitaria, viaggio in treno
Il paesaggio siberiano

Il sottile profilo di qualche betulla morente si erge di tanto in tanto lungo il confine dell’orizzonte, bianchi scheletri nella vastità cromatica di un verde e di un blu onnipresenti.
Contemplo la mia solitudine e mi interrogo sulle ragioni del mio viaggio.

Avanti, si può solo andare avanti.
Transiberiana significa fermarsi, avanzando, perché ti costringe all’immobilità di un indolente microcosmo tutto racchiuso nel vagone di un treno, che continua indifferente la sua corsa.
Avanti, si può solo andare avanti, arrestando la frenesia della propria vita e procedendo verso la direzione scelta.
Perché qualche volta abbiamo bisogno di una tregua per poter proseguire.

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Il paesaggio siberiano

Questa tratta rappresenta lo scorrere dell’esistenza umana, il fluire della mia esistenza che si srotola in attimi di vita vissuta, momenti ai quali ho deciso di dare un valore.
La Transiberiana è una possibilità, un’occasione che ho donato a me stessa per poter alzare la testa, aprire i polmoni, allargare le braccia.

Il Mondo scorre sotto ai miei piedi, portandosi via ogni istante.
Il Mondo mi scorre addosso, lascio che gli eventi seguano il loro corso e si mescolino alla mia vita.
Il Mondo mi scorre dentro, ed io mi sento incredibilmente libera.

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