Il treno cammina placido lungo i binari e il paesaggio scorre ad una lentezza alla quale mi sono ormai abituata.
La mia Transiberiana è giunta al termine.
Siedo nel mio vagone, il treno prosegue tranquillo.
Il treno, l’ultimo di questa tratta.
Ci penso, e una tristezza inevitabile mi nasce dentro.
I visi delle persone che ho incontrato durante questo viaggio mi fanno visita, tornandomi alla mente uno ad uno, e le esperienze vissute con loro si svolgono davanti ai miei occhi come la pellicola di un film.
Ho sognato questo viaggio mitico per anni, senza mai osare metterlo in pratica per davvero; poi, d’un tratto qualche cosa mi si è risvegliato dentro, come a dirmi che il momento era giunto. Ecco che, in un attimo, ho preso
la più bella delle decisioni, e ho intrapreso questo viaggio.
Un mese è già passato, e il mio tempo in Russia sta per scadere.
Sono triste ma ripenso alle parole di Grigory: “È giusto sentire la mancanza per il luogo che si sta lasciando, significa che ti ha fatto stare bene.”
E allora sono triste ma sorrido felice.
I compagni di viaggio incontrati lungo questa tratta mi riportano alla realtà.
Sono seduti accanto a me, stanno mangiando uno spuntino comperato ad una delle fermate del treno precedenti. Sorridono cordiali offrendomi un assaggio, sono gentili e curiosi.
In qualche modo riusciamo a comunicare, il traduttore automatico è oramai diventato un prolungamento del mio braccio!
Ecco che il mio ultimo viaggio in treno prosegue così, tra qualche frase gesticolata e quattro risate.
