Mosca, la straordinaria capitale della Russia

Cattedrale di San Basilio, Russia, Transiberiana
Cattedrale di San Basilio, Mosca

Quando sono arrivata a Mosca pensavo di essere pronta: avevo studiato l’intero percorso aeroporto-ostello, sapevo quali linee della metro avrei dovuto prendere e mi ero trascritta i nomi di tutte le fermate alle quali sarei dovuta scendere.

Quello che non sapevo, era che la città mi avrebbe stravolto.
In tutti i sensi.
Non ero pronta alle proporzioni gigantesche di Mosca, ed ero totalmente impreparata alla nuova lingua, così differente dalla mia. Mi sono resa conto che leggere i cartelli stradali nel mezzo del più totale caos cittadino, è un tantino differente dal tentare di capire le parole e le frasi di base nei video tutorial su Youtube!

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Stazione di Dobryninskaja,
metropolitana di Mosca

Entrata in metropolitana, tutta l’angoscia accumulata nei giorni precedenti è svanita in un attimo. Sono rimasta a bocca aperta, imbambolata davanti alle sculture, gli stucchi, i mosaici.
E le persone. Milioni di persone mi passavano accanto in una frenesia pazzesca, mentre io camminavo con la testa per aria.
Utilizzare la metropolitana mi è risultato abbastanza facile, dal momento che, grazie alla Coppa del mondo FIFA tenutasi in città nel 2018, hanno aggiunto la traduzione inglese all’intera segnaletica.
Quando si dice la fortuna!

Metropolitana, Russia, Mosca, Transiberiana
Stazione Ploschad’ Revolyutsiy,
metropolitana di Mosca

Un pochino più arduo è stato capire l’atteggiamento delle persone che vivono qui.
All’inizio mi hanno trasmesso freddezza, distacco e a tratti, maleducazione.
Hanno un modo di fare un po’ chiuso all’apparenza, rude.
Con il viso spesso corrucciato, non ti guardano mai negli occhi e raramente concedono un sorriso agli sconosciuti. Non amano parlare in inglese, anche se la maggior parte di loro capisce la lingua. Immagino che dipenda dalla timidezza, o dalla paura di non saperla parlare correttamente.
Sembrano piuttosto ombrosi, ma è solo una facciata.
È tutta apparenza.
La realtà è che sono persone profondamente gentili e disponibili, mi hanno aiutata innumerevoli volte in tantissime occasioni diverse.
Mi hanno fatta sorridere, preoccupare, sperare.
Nel ricercare un contatto con loro mi sono messa alla prova, e penso di averla superata in più occasioni.

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Il Cremlino.
In primo piano, il complesso in pietra bianca da cui spicca il Campanile di Ivan il Grande.

Pregiudizi e percezioni distorte

I primi momenti sono stati i più difficili.
È come se la città mi avesse accolta mostrandomi la sua facciata più dura e austera e mi sono sentita indesiderata, fuori posto, un’estranea totale.
Tutto sembrava cupo, rigido, chiuso.
Mi sono chiesta che cosa cavolo ci facessi qui, da sola, in una terra a me totalmente sconosciuta. Guardavo con invidia le coppie di innamorati che mi passavano accanto, le famiglie, i gruppi di amici.
Ho cominciato a chiudermi in me stessa, a creare una sorta di guscio protettivo.
I miei occhi annebbiati dal pregiudizio e dalla paura vedevano solo pericolo, pericolo ovunque.
E facce cattive, sguardi minacciosi e indifferenti.
Il pregiudizio, quel maledetto.

Pur non conoscendo nulla della Russia, avevo una sorta di percezione distorta su come potesse essere un paese come questo.
La mia visione era totalmente basata sul pregiudizio comune che abbiamo dei paesi dell’est, e nonostante la Ragione mi dicesse quanto questa idea fosse infondata, non riuscivo a togliermela dalla testa.
Ecco spiegato il motivo del disagio provato i primi giorni. Il problema non era la città, la cultura differente o le persone. Il problema ero io, e quando me ne sono resa conto tutto è cambiato.

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Il Mausoleo di Lenin, Mosca

Mosca è rinata sotto ai miei occhi.
Ho cominciato a vedere i colori delle mille vetrine che addobbano le strade, i sorrisi felici dei passanti, la maestria degli artisti di strada.
Ho cominciato a respirare a pieni polmoni e mi sono riempita le narici degli odori della città. I profumi di antiche tradizioni che inondano le vie del mercato di Danilovsky, mentre i commercianti ti prendono per la gola con pietanze colorate ancora fumanti. Camminare immersa nel verde del parco Gorkij, il vento fresco che sussurra tra gli alberi e che sa di buono.
E una felicità autentica mi è esplosa nel cuore, e mi sono ritrovata a ridere da sola in mezzo alla strada mentre mi perdevo per le vie di Mosca.

Mercato di Danilovsky, Mosca, Russia, Transiberiana
Mercato di Danilovsky, Mosca

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