Ulan Udé e la Pure Baikal Marathon

La prima notte passata nella città di Ulan Udé è stata assai assurda e forse, con il senno di poi, un pochino pericolosa.
Arrivata nella sottospecie di ostello a basso costo in cui avevo avuto l’ardire di riservare una stanza, mi informano che c’è stato un errore con la mia prenotazione. La stanza singola che avevo scelto non è disponibile, ma ho la possibilità di dormire in una camerata mista.
Essendo l’unica opzione disponibile, non mi resta che accettare.

I miei compagni di stanza sono un insieme mal assortito di ragazzi un tantino strani: un giovanissimo ragazzo di etnia buriata ciondola ubriaco per la stanza, fa la spola dal proprio letto al suo zaino, contenente una scorta di vodka ben rifornita. Ogni tanto cerca di rivolgermi la parola, ma i risultati comunicativi sono praticamente nulli. La sua presenza non mi turberebbe, non fosse per il lungo coltello da cucina che il ragazzo tiene in mano, e con il quale mima l’inquietante gesto di tagliarsi i polsi.

L’unico in grado di tenerlo a bada, è un giovane ragazzo dall’aria misteriosa, i capelli biondissimi e la pelle chiara. Viene dal territorio della Kamchatka, nell’Estremo Oriente Russo.
A chiudere il trio, è un simpatico ragazzo sudcoreano, che se ne sta lì nel mezzo di questa strana situazione come se niente fosse. Anzi, pare si trovi a suo agio, tanto è naturale il suo atteggiamento.

Supero la notte dormendo con un occhio aperto, e il mattino seguente incontro la famiglia che mi ospiterà nella caotica città di Ulan Udé.

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La Testa di Lenin,
con i suoi 7.7 metri è la più grande del mondo

Erdem, Nancy e i loro due splendidi bambini, vivono poco fuori dalla città di Ulan Udé, in una casetta che Erdem ha costruito per la sua famiglia.
L’intera zona è disseminata di case, costruite qua e là in maniera apparentemente casuale.
Erdem mi conferma che qui non c’è nessun regolamento edilizio, chi possiede un terreno può fabbricare la propria casa senza bisogno di alcun permesso particolare. Ecco che la periferia di Ulan Udé risulta essere un disordinato ammasso di casette, tutte costruite dai rispettivi proprietari.

Anche se è ancora in fase di realizzazione, la loro casa è davvero bella e molto accogliente.
Dopo le dovute presentazioni con la simpatica famiglia e un pranzo veloce, ci prepariamo per raggiungere il villaggio di Maksimikha sulle rive della sponda est del lago Baikal.
Per il secondo anno consecutivo, si terrà qui la Pure Baikal Marathon, un evento atto a sensibilizzare la popolazione sui danni ambientali provocati dall’uomo.
Erdem è uno sportivo: pratica il nuoto, il trekking, il ciclismo, lo snowboard, gioca a basket e fa jogging… non poteva certo rinunciare ad un evento simile!

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Il simbolo della Pure Baikal Marathon

La strada da percorrere per raggiungere il villaggio di Maksimikha è un lungo rettilineo panoramico, che taglia questa fetta di foresta siberiana come la lama di un rasoio.
L’intera zona rivela una profonda tradizione buddista. Erdem si ferma di tanto in tanto in punti apparentemente casuali e getta nel bosco una piccola offerta di cibo.
Scopro che presso i Buriati esiste il culto del Cielo e delle Montagne; i luoghi sacri sono chiamati Oboo e sono segnati da un mucchietto di pietre in cui è impiantato un bastone. Generalmente si trovano nei punti più alti della zona prescelta, e per tradizione il viaggiatore usa fare delle piccole offerte agli spiriti.

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Un portale per gli spiriti, sulla penisola di Святой нос, St. Nose.
Bisogna oltrepassare questo punto con la mente libera e serena, per far sì che le energie dell’Acqua,
della Terra e del Vento scorrano liberamente dentro il corpo e lo purifichino

Dopo parecchie ore di viaggio giungiamo allo stand dell’organizzazione, ed effettuata l’iscrizione ci mettiamo alla ricerca di un luogo adatto per montare le tende. Troviamo un posticino riparato proprio vicino alla sponda del lago Baikal, e prima di cena ne approfitto per un tuffo nelle sue acque gelide!

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Il nostro accampamento, sulle rive del lago Baikal
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Il Lago Baikal, sponda est

La spiaggia è piena di campeggiatori, tutti aspiranti maratoneti in compagnia delle proprie famiglie.
Quando il sole si avvicina alla linea dell’orizzonte lo osservo pelando le patate per la zuppa e chiacchierando con Nancy, mentre i bambini giocano nella loro tenda.
Dopo cena ammiriamo il tramonto bevendo una birretta in totale relax, aspettando che cali la notte.

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Tramonto sul Baikal
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Tramonto sul Baikal

La Pure Baikal Marathon

Al mattino mi sveglio presto, sono da poco passate le sei.
Uscita dalla mia tenda, vengo subito aggredita da uno sciame di zanzare affamate.
La famiglia dorme ancora e ne approfitto per fare due passi sul bagnasciuga; il cielo terso risuona delle grida dei gabbiani e nonostante la fredda brezza leggera, si sta bene.
Il calore del sole si fa via via più forte, il mondo comincia a svegliarsi.

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Spiaggia del villaggio di Maksimikha
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Prove di Selfie sul lago Baikal

Non sono la sola mattiniera a passeggio, incrocio parecchie persone intente a godersi lo spettacolo del sole appena levato.
Un signore anziano si tuffa senza esitazione nel blu infinito del Baikal e mi invita a seguirlo. Io scoppio a ridere e rispondo di no, strofinandomi le braccia con le mani, come a dire: “È troppo freddo!”

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Il coraggioso signore si gode la nuotata mattutina

Quando torno alle tende trovo la famiglia intenta a smontare l’accampamento.
A lavoro ultimato ci rimettiamo in viaggio e raggiungiamo la partenza della gara.
Ci sono circa 2000 partecipanti tra amatoriali e agonisti, giovani, vecchi e bambini, tutti presi negli esercizi di riscaldamento.
Erdem si unisce a loro, e poco dopo la maratona ha inizio!

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La partenza della maratona
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La Pure Baikal Marathon ha inizio!

Passiamo il resto della giornata al lago, i bambini giocano spensierati mentre Erdem e Nancy si godono il loro giorno libero. Io ne approfitto per buttar giù due righe e rilassarmi sulle rive del Baikal.

Dopo il lungo viaggio di ritorno, arriviamo a casa poco prima dell’ora di cena e dopo un pasto veloce andiamo tutti a dormire.
Mi addentro beatamente nel mondo dei sogni.

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