La Città Proibita

La Città Proibita vista dal Parco Jingshan

Dopo un breve tratto percorso con la metro raggiungo piazza Tienanmen e mi metto in coda per i controlli di sicurezza.
Trovo una fila ragionevolmente lunga, essermi alzata presto sta dando i suoi frutti. Una punta di orgoglio mi nasce nel petto, non è da me rispettare i piani che mi prefiggo per la giornata, soprattutto se prevedono lo svegliarsi la mattina presto!
Una volta superati i metal detector, sono dentro nel giro di pochi minuti e seguo la massa di persone che si dirige verso l’entrata della Città Proibita.

I muri difensivi esterni della Città Proibita

Cammino circondata da un gran numero di persone, alcune delle quali sputa grossi grumi di catarro accompagnando l’atto schifoso a inequivocabili rumori da intaso da muco. Io continuo a camminare, fingendo indifferenza.
Ho notato che, in generale, vige la regola del rutto libero e sputare per strada è considerata una cosa del tutto normale. La maggior parte delle persone poi, non conosce la buona usanza di mettere la mano davanti alla bocca in caso di tosse o starnuto. La condivisione di germi qui è ampiamente tollerata.
Per strada, o addirittura nella metro, si scatarra furiosamente a destra e a manca, che neanche Leonardo DiCaprio nel film Titatic.
Non bisogna farsi ingannare dalle apparenze: anche le signore più amabili e all’apparenza assai ordinate e composte, possono sorprendere con rutti degni del vincitore dell’ultima sfida di birra e salsicce.

Porta Tienanmen, Pechino

Si accede alla Città Proibita passando attraverso Porta Tienanmen, in italiano Porta della Pace Celeste, la struttura da dove il famoso ritratto di Mao Zedong guarda la città.

La Città Proibita è il più grande palazzo antico del mondo, oltre ad essere quello meglio conservato.
Ospitò 24 imperatori delle dinastie Ming e Qing e la sua costruzione risale agli inizi del 1400.
Nella Cina antica si credeva che l’imperatore discendesse direttamente dagli dei, la sua residenza quindi doveva essere divina e come tale, proibita alla gente comune.
È un luogo che trasuda simbologia e potere.
Nella sua costruzione nulla è stato lasciato al caso, la simmetria è impeccabile, i colori vividi e vivaci, le strutture imponenti sono impressionanti e perfette.

Varco una delle 5 entrate che fino a pochi anni fa erano inaccessibili al mondo e provo una strana sensazione, un misto di eccitazione ed euforia. Sto entrando nella Città Proibita. Qui si respira il passato, l’atmosfera è pregna della sua energia, intensa e tangibile.

La Città Proibita

Mi allontano dall’immane flusso di visitatori e resto sola a contemplare quello che mi si presenta di fronte.
Le imponenti mura mi raccontano di vicende antiche, sussurrano segreti nelle orecchie di chi si sofferma ad ascoltare.
Un alone di mistero aleggia tra gli edifici che risuonano delle voci del passato.
Vago di cortile in cortile, la testa per aria e un’indelebile espressione di stupore sul volto. Ogni più piccolo dettaglio qui è capace di sorprendere l’osservatore.

La Città Proibita

Dalle corti raggiungo i giardini imperiali, la parte finale della visita.
Sto camminando da ore, ma la stanchezza scompare di fronte al talento cinese per l’architettura paesaggistica. L’intenzione di sedersi a riposare lascia spazio al desiderio di esplorare ogni angolo di quei giardini, e godo della magia del verde e della quiete che sa regalare.

La Città Proibita
La Città Proibita

La superficie che ricopre la Città Proibita supera abbondantemente i 100.000 metri quadrati per un totale di oltre 90 tra palazzi e cortili.
Giunta alla fine della visita sono letteralmente a pezzi, non ho più alcuna energia, il mio stomaco vuoto grida pietà e ho le gambe a pezzi.
Ma i miei occhi, quelli sono pieni di bellezza e di meraviglia.

La Città Proibita

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