Workaway in Japan, SECONDA PARTE

Raggiungo l’ostello che sono le nove e trenta del mattino e conosco Atsuko, la proprietaria. Sembra simpatica e disponibile.
Mi accompagna in quella che sarà la mia camera per le prossime due settimane, una grande stanza arredata secondo la tradizione giapponese. Il pavimento è in tatami, ossia il tradizionale pavimento giapponese, costituito da pannelli modulari rettangolari fatti di paglia intrecciata e pressata. Il mio futon, ossia il tipico materasso in cotone rigido, sottile e arrotolabile, è piegato e sistemato con ordine accanto al muro. Ci sono altri due futon, Atsuko mi dice che se non voglio il doppio materasso, posso riporli in uno degli armadi presenti.

Nella stanza c’è un tavolino con sedie annesse. Anch’essi rispecchiano in tutto e per tutto lo stile e la tradizione giapponese, le sedie non hanno gambe e la seduta è a diretto contatto con il pavimento. Il tavolino, che si adatta alle sedie, è più basso rispetto ad un tavolo in stile occidentale.
La camera ha una specie di zona a parte, divisa dal resto della stanza dalle caratteristiche pareti scorrevoli in carta di riso, le cosiddette shoji.
Qui c’è un tavolino, delle poltroncine e in un angolo c’è un piccolo lavandino.
Le grandi finestre danno sulla strada principale della zona di Shibu Onsen, la luce del giorno inonda luminosa l’intera stanza.

Siamo vicino al bosco, si vede l’entrata di un tempio. È una sorta di arco in pietra, immerso nel colore dell’autunno tardivo. La luce del mattino lo colpisce con dolcezza, la roccia pare arrossire al suo tocco.
Mi guardo attorno. Mi sento totalmente immersa nel Giappone, nel tipico Giappone che noi occidentali sogniamo ad occhi aperti guardando i cartoni animati -pardon, gli anime.
L’intera costruzione è tale e quale a quelle che vedevo da piccola in televisione o che vedo tutt’oggi nelle animazioni giapponesi. I lunghi corridoi semibui e un tantino labirintici, gli ampi spazi, i colori e ovviamente l’arredamento e lo stile. Mi piace un sacco!

Atsuko mi consiglia di riposare e di dormire un po’. Ho tempo fino a mezzogiorno, quando ci si riunisce per mangiare pranzo.

Sistemo lo zaino in un angolo, srotolo il mio futon e mi ci accoccolo sopra. Stanca, felice ed eccitata all’idea di iniziare questa nuova avventura.

La giornata lavorativa ha una durata di 5 ore, due ore al mattino e tre ore nel pomeriggio. Abbiamo due giorni liberi alla settimana.
Si inizia la mattina alle 10, alle 12 abbiamo un’ora di pausa per mangiare pranzo. Dall’una alle 4 si continua con il lavoro e qualche volta a fine giornata ci troviamo per una tazza di tè o di caffè e per fare quattro chiacchere. L’ora dei pasti la passiamo sempre assieme, qualche volta Atsuko cucina per tutti, ma il più delle volte siamo noi a doverci mettere ai fornelli, decidendo a turno.
Il lavoro è molto semplice, consiste principalmente nella pulizia delle stanze e delle 4 vasche termali presenti nella struttura. Queste ultime vanno svuotate e pulite a giorni alterni. È importante controllare la temperatura dell’acqua, trovando un equilibrio tra il molto caldo e il quasi bollente.
L’acqua bollente viene da una sorgente esterna alla casa, viene raccolta in una sorta di bacino e raggiunge le vasche tramite un sistema di tubature. Per regolare la temperatura dell’acqua degli onsen aperti ai clienti, bisogna controllare la quantità di acqua bollente che dalla sorgente esterna finisce nelle 4 vasche. Per farlo ci sono degli appositi tappi aventi dei buchi più o meno grandi a seconda di quanta acqua bollente si vuole far passare. Questa operazione va eseguita con dei guanti in gomma molto spessi per evitare il rischio di ustione. Qualche volta però risulta un compito alquanto brigoso, nonostante i grossi guanti il calore dell’acqua è quasi insopportabile!
Ci sono poi alcuni lavori minori di pulizia generale e manutenzione della struttura interna ed esterna.
L’ostello ha quattro vasche termali, divise per sesso, una vasca interna e una esterna ciascuno. Oltre al vitto e all’alloggio, lavorare qui mi dà diritto ad utilizzare gli onsen ogni volta che lo desidero, per il tempo che voglio. Gli onsen del nostro ostello sono aperti h24.
Non sono mai stata alle terme, per me è la prima volta e devo ammettere che la sensazione di estremo e totale rilassamento, è paradisiaca. L’ideale dopo una giornata passata a pulire e rassettare l’intero ostello!

I ragazzi che lavorano qui con me sono simpatici, formiamo un gruppo vario e non troppo numeroso. Ci sono Sasha e Maya, che vengono rispettivamente dall’Ucraina e da Israele. Sono una coppia molto affiatata, viaggiano insieme per il Giappone.
Lara, una simpaticissima ragazza spagnola, è solare e sempre molto gentile. Studia a New York e ha deciso di passare il suo mese di vacanza in Giappone, approfittando di una super offerta grazie alla quale ha potuto comprare il biglietto aereo di andata e ritorno per un prezzo a suo dire ridicolo.
Infine c’è Samuel, un ragazzo australiano. Ha visitato il Giappone un’infinità di volte e adesso ha intenzione di trovare un lavoro e stabilirvisi definitivamente.
Il modo in cui passiamo il tempo libero è molto vario, il bello di questo luogo è la privacy che offre. Quando non me ne sto per i fatti miei, passo il mio tempo libero chiacchierando con qualcuno degli altri volontari, guardiamo qualche film o esploriamo i dintorni.

Atsuko è carina e gentile, anche se non riesco ad inquadrarla troppo bene. Sembra quasi che abbia una doppia personalità. Durante i momenti liberi, prima o dopo le ore lavorative, è premurosa e simpatica. Fa di tutto per farci sentire a nostro agio, sembra sinceramente preoccupata per il nostro benessere.
Quando però stiamo lavorando, cambia totalmente modo di fare e di comportarsi. Diventa brusca, frettolosa, infastidita e pretenziosa. Si comporta come se fosse contrariata da qualche cosa, sembra quasi arrabbiata.
Fortunatamente, al di fuori dei momenti liberi, non ho quasi mai a che fare con lei. Ha dato istruzioni a Lara di spiegarmi quali sono i miei compiti e come vanno svolti.
Quello che mi dà più fastidio nel suo comportamento, è la cortesia forzata alla quale deve sottostare. Si sa, la cultura giapponese è famosa per il rispetto, la gentilezza e la pacatezza dei modi. E può sembrare un’ottima cosa, non fosse per la finzione spropositata nella quale può trasformarsi il comportamento di una persona che è costretta a seguire un’etichetta comportamentale esagerata. Vogliamo parlare dei milioni di volte che mi è stato chiesto grazie e scusa senza alcun motivo?
Non fraintendermi, mi piace la cortesia, adoro la cortesia. Ma io voglio una gentilezza vera e sincera, non forzata.
Grazie e scusa sono parole importanti, che vanno insegnate e soprattutto vanno pronunciate. Ma io credo che vadano dette con il cuore, altrimenti perdono di valore.

Atsuko è una brava donna, è forte e a suo modo determinata. È una donna sola, e in seguito ad un incidente ha un serio problema ai legamenti della gamba. Fatica molto a camminare o fare qualsiasi lavoro di fatica e si stanca in fretta. Gestisce l’ostello tutto da sola, non ha alcun dipendente fisso quindi il lavoro è gestito dai soli volontari presenti. Credo che il suo comportamento strano sia dato dallo stress.
A modo suo mi ha dimostrato affetto: il giorno della mia partenza mi ha regalato una Yukata, una specie di vestaglia che va indossata dopo il bagno negli onsen. Un souvenir del tutto non convenzionale!

Lo Snow Monkey Park

La fitta foresta della riserva naturale di Jigokudani è celebre per ospitare un’estesa colonia di primati, conosciuti come scimmie delle nevi.
Jigokudani letteralmente significa valle dell’inferno.
Lo si raggiunge dopo una buona mezzora di cammino da Shibu Onsen. La passeggiata è interamente immersa nella quiete del bosco e non è troppo impegnativa.
Lo Snow Monkey Park è uno dei luoghi più famosi di Yamanouchi. In questo luogo unico è possibile ammirare i simpatici macachi giapponesi nel loro ambiente naturale, osservandone il comportamento. La particolarità del parco però risiede nella vasca termale a disposizione dei primati, che in qualsiasi stagione dell’anno ne approfittano per immergercisi e rilassarsi nelle calde acque termali.
Questo luogo è un vero e proprio paradiso per le scimmie, che godono dei benefici dell’acqua termale come fanno i tanti turisti nelle vicine località di Yudanaka Onsen e Shibu Onsen.
Generalmente sono innocue, anche perché sono abituate alla presenza degli umani.
Bisogna però prendere qualche precauzione, evitando di avvicinarsi troppo agli animali, di dar loro da mangiare e di fissarle negli occhi, gesto che potrebbero considerare come una sfida.

Io ho avuto sfortuna. Quando ho visitato il parco, la vasca termale era vuota. A causa del tifone Hagibis ci sono stati diversi problemi e le tubature di acqua termale non erano ancora state rimesse in funzione. Le simpatiche scimmie saltellavano qua e là, nella vasca vuota e tutt’intorno. È stata ugualmente una bella esperienza, non avevo mai visto delle scimmie dal vivo! Gli animali non sono rinchiusi in una gabbia, sono liberi di muoversi dove vogliono. Passeggiano in mezzo agli umani totalmente indifferenti alla nostra presenza.

La loro attività principale consiste nello spulciarsi a vicenda, con una perizia incredibile. Ho visto gruppi di due o tre scimmie totalmente assorte nel compito di pulizia di una delle compagne. La diretta interessata se ne stava beatamente spaparanzata pancia all’aria, lasciando che le altre svolgessero il loro compito con perizia. E poi c’erano i piccoli. Fagottini pelosi che trotterellavano sbadatamente in ogni dove, trovando poi rifugio tra le braccia forti delle loro madri.
Accanto al parco c’è un Onsen Ryokan che oltre a qualche pasto caldo, offre la possibilità di un bagno termale anche ai visitatori umani!

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