Momenti straordinariamente casuali

Parco Zaryadye, Mosca, Russia, Transiberiana, Cremlino, Cattedrale San Basilio
Sullo sfondo, il Cremlino e la Cattedrale di San Basilio.
Parco Zaryadye

Qualche volta la vita ci riserva delle piccole sorprese, regalandoci momenti di gioia inaspettata.
Momenti speciali, che spesso si celano in situazioni all’apparenza ordinarie e che si manifestano quando meno ce lo aspettiamo. Possono nascondersi davvero bene e bisogna fare molta attenzione per poterli notare.
Bisogna avere gli occhi aperti, una mente chiara, e il cuore leggero.

Parco Zaryadye, Chiesa San Giorgio, Russia, Mosca, Transiberiana, Monastero di Znamensky
Chiesa di San Giorgio, la Cattedrale del Monastero di Znamensky.
Parco Zaryadye

Un momento dolce quanto il cioccolato

Sto camminando nei pressi del parco Zaryadye.
Il Free Tour della città al quale ho partecipato è appena terminato, e ho una fame allucinante.
Il cervello ha lasciato il timone di comando al mio stomaco, che tra un brontolio e l’altro mi guida alla ricerca di un posto qualsiasi dove io possa trovare del cibo anche solo all’apparenza commestibile.
La guida del Free Tour mi ha svelato l’esistenza di un posticino speciale, nascosto alla vista del ‘turista tipo’, dove è possibile rifocillarsi senza spendere una fortuna.
Su Google Maps non è ovviamente indicato, e maledico me stessa per non aver chiesto alla guida l’esatta ubicazione del luogo.

Parco Zaryadye, Edificio residenziale in Kotel'ničeskaja naberežnaja,
Mosca,
Russia, Transiberiana, Momenti
Sullo sfondo, l’edificio residenziale in Kotel’ničeskaja naberežnaja, uno dei sette grattacieli moscoviti progettati durante il periodo stalinista e noti come ‘Sette Sorelle’.
Parco Zaryadye

L’unica informazione in mio possesso, è che si trova nei dintorni del Monastero di Znamensky: i monaci del convento hanno aperto un piccolo negozietto con bar annesso, con l’intenzione di raccogliere fondi per la loro chiesa.
Vago ormai da un tempo indefinito, ma del magico luogo nemmeno l’ombra. Comincio a temere che non esista più, spero non sia stato chiuso di recente.

Ho bisogno di una pausa e decido di abbandonare le ricerche; mi dirigo quindi verso un bar che noto in lontananza.
Cammino sconsolata, quand’ecco che, con la coda dell’occhio, scorgo un cartello alla mia sinistra la cui scritta in nero recita Church Store’.

Mosca Russia, Transiberiana, Momenti
L’entrata al mondo dei sogni,
il negozio del Monastero di Znamensky

Mi fermo di colpo, il mio stomaco esulta: che l’abbia forse trovato?
Scendo per una scaletta che si collega alla strada principale, e raggiungo una porticina in legno che dà sul buio più totale.
Entro piano, quasi con reverenza, e aspetto che i miei occhi si abituino alla poca luce presente all’interno.
Di fronte a me, un negozietto dagli scaffali ricolmi di souvenirs religiosi.
Alla mia destra, il paradiso: un piccolo bancone incastonato nel fondo di una stanzetta, il cui cibo ordinatamente esposto richiama insistentemente la mia attenzione.

Due signore mi guardano curiose.
“Dobrý deň” buongiorno, mi dicono.
“Dobrý deň” rispondo, “Ja niet gavariu po russki…” azzardo.
Buongiorno, io non parlo russo.
Questa è la mia frase di presentazione, la mia personale arma segreta!
La utilizzo come una sorta di introduzione a qualsiasi cosa io debba chiedere. Che sia un caffè al bar, qualche informazione al supermercato o delle semplici indicazioni per strada.
Mi piace l’idea di imparare qualche parola del paese in cui mi trovo, in questo modo riesco a interagire con le persone del posto ad un livello un poco più profondo.

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Birzhevaya Ploshchad’, Piazza della Borsa, Mosca

Le signore sembrano apprezzare lo sforzo, e anche se non parlano inglese fanno di tutto per darmi una mano. Sorridono gentili, e subito si rendono disponibili nel servirmi.
Il mio sguardo cade sulla vetrina stracolma di cibo e il brontolio della mia pancia si fa più insistente, ma i miei sogni si infrangono nel momento stesso in cui realizzo che lì, non accettano pagamenti bancomat.
“Cash”, mi dice gentilmente la signora.

Apro il mio portafoglio, con la consapevolezza di trovarlo pressoché vuoto: gli ultimi 50 rubli sopravvissuti mi guardano da sotto in su.
50 rubli corrispondono a poco più di 50 centesimi di euro, una miseria.
Li mostro sconsolata alle mie nuove amiche, che reagiscono in un modo del tutto inaspettato: annuiscono con sguardo raggiante, ripetendo più volte la parola ‘chai’.
Una di loro scrive il numero 20 sulla calcolatrice e me la mostra.
Posa poi una bustina di tè sul bancone.
Ma certo! Chai’ significa tè!

Annuisco felice, e la signora si appresta a preparare la bevanda.
Aspetto paziente e un pochino rassegnata, pensando che il mio stomaco dovrà aspettare ancora un po’ prima di vedere del cibo solido.
Sono totalmente assorta nei miei pensieri, mentre il mio sguardo vaga languido sullo scaffale stracolmo di cibo: muffin, torte e dolci di ogni tipo… sto letteralmente divorando ogni cosa con gli occhi.
L’altra signora sembra accorgersene, e mi porge una ciambella gigante mostrandomi il cartello con il prezzo: 30 rubli.
Non può essere vero!

Con un sorriso raggiante consegno i 50 rubli, e vado a sedermi in una stanzetta annessa al piccolo bar. Nonostante le dimensioni ridotte, questo luogo è davvero fresco e accogliente.
Mi accomodo a un tavolo, e mi appresto a divorare la mia ciambella.
Approfitto della pausa per appuntare qualche pensiero sul mio quaderno, sono immensamente felice e grata per questo momento!

Recuperate le forze, raccolgo le mie cose e riporto il piatto e il bicchiere alle simpatiche signore.
“Spasiba!” dico alle due donne, grazie!
Mi accingo ad uscire, quando una di loro mi ferma e mi porge un bel pezzo di cioccolato.
“Original” mi dice tutta fiera, mostrandomi il logo della marca del cioccolato.
Io non ho parole. Ho gli occhi lucidi di gioia, vorrei abbracciarla.
Mi limito a ringraziarla almeno un’infinità di volte, e dopo averne assaggiato un pezzetto, la guardo e le dico: “Charascio!” Buono!
Lei, mi regala un bellissimo sorriso.

Che dire, basta davvero poco per stravolgere una giornata.
Due mezze parole, un gesto di gentilezza e un sorriso sincero.

Babayevsky factory, Mosca, Russia, Momenti
Babayevsky è la fabbrica russa di confetteria più antica del paese

Momenti di confusione, aiuto e riflessione, sulla via per il cimitero di Novodevičij

Il cimitero di Novodevičij, situato presso l’omonimo monastero, è il più importante cimitero di Mosca e fu inaugurato nel 1898.
Il convento, il cui monastero venne a suo tempo adibito a luogo di sepoltura della nobiltà russa, è patrimonio dell’umanità dal 2014.
Attualmente nel cimitero sono sepolti 27 000 tra i più celebri personaggi della storia russa, tra cui scrittori e artisti famosi, militari e politici.
Insomma, una tappa fissa per chi si trova in quel di Mosca!

Convento di Novodevičij, Mosca, Russia, Transiberiana, Momenti
Il Convento di Novodevičij in ristrutturazione

Avevo pianificato la visita del convento nel primo pomeriggio, e con l’intenzione di mangiare un boccone lungo la via, mi sono incamminata poco prima dell’ora di pranzo.
Con il pretesto di cambiare una banconota da 1000 rubli, decido di entrare in quello che pare essere un Minimarket.

Varcata la soglia del negozio, noto subito la presenza di due registratori di cassa, posti in prossimità dell’entrata: uno sulla destra e uno sulla sinistra.
Lì per lì, decido di non dare troppo peso alla cosa, il resto del Minimarket appare del tutto comune a qualsiasi altro esercizio commerciale appartenente a questa categoria.
Mi dirigo nella zona a sinistra del negozio, prendo una bottiglietta di acqua dallo scaffale e mi avvicino alla cassa di destra, che espone una serie di torte salate dall’aspetto invitante.
Non essendoci alcuna versione inglese degli ingredienti, comincio a tradurre parola per parola, utilizzando il mio inseparabile Google Translate.
Sono tutta intenta nel cercare di capire quali sostanze nascondano le torte salate esposte, e pian piano mi accorgo che una certa agitazione sta assalendo le due cassiere.

Alzo gli occhi dallo schermo del telefono, e noto con preoccupazione che entrambe le signore mi indicano in maniera ossessiva, parlando freneticamente in russo.
Non avendo la minima idea di ciò che sta accadendo, decido di giocare il mio asso nella manica.
Sfodero quindi il mio miglior sorriso e alzando le mani a mo’ di scusa dico:
“Ja niet gavariu po russki!” Io non parlo russo!

Nulla, le signore continuano a gesticolare furiosamente, indicando a turno la bottiglietta d’acqua che ancora tengo in mano, la sottoscritta e infine loro stesse, vicendevolmente.
Nel mezzo del trambusto generale, me ne rimango zitta zitta, osservando prima l’una e poi l’altra signora, nel vano tentativo di comprendere la fonte di cotanta agitazione.
Dopo qualche minuto di totale confusione, giunge in mio soccorso una donna gentile che, sfoggiando un inglese perfetto, mi spiega con garbo la causa scatenante di tutto l’episodio: la bottiglietta di acqua va pagata alla cassa di sinistra mentre le torte salate sono competenza di quella di destra.
Le signore devono aver frainteso le mie intenzioni: vedendomi alla cassa di destra, con una bottiglietta d’acqua appartenente alla zona a sinistra del negozio, hanno temuto che volessi pagarla nel ‘lato sbagliato’, insieme ad una delle torte per le quali stavo mostrando tanto interesse.

Ancora confusa da tutta la situazione, ringrazio di cuore la mia soccorritrice.
Mi appresto poi a regolare i conti della bottiglietta incriminata alla cassa di sinistra, ma ecco sorgere un nuovo problema: alla vista dei 1000 rubli, la signora scuote la testa con vigore e riattacca con la parlantina di prima.
Niente, a quanto pare non ha resto a sufficienza per il cambio.
A metà tra lo sconsolato e il divertito, mi rassegno a pagare con il bancomat: l’acqua a sinistra e la tortina a destra.

Esco dal negozio ridendo tra me e me, divertita e soprattutto grata, dei momenti assurdi che mi capita di vivere di tanto in tanto.
La banconota da 1000 rubli, intatta nel mio portafoglio.
Mi avvio verso il convento vittoriosa, gustandomi la meritata tortina salata.

Cimitero di Novodevičij, Mosca, Russia, Transiberiana, Momenti
Il cimitero di Novodevičij, con le sue tipiche mura rosse

Una volta giunta al convento, scopro che è in fase di ristrutturazione ed essendo chiuso al pubblico non mi è possibile visitarlo.
Fortunatamente i lavori non interessano la zona del cimitero, che è quindi rimasto aperto.
Pagato il biglietto, mi addentro in quello che sembra essere un mondo a sé.
La strada principale si dirama in sentieri e vie secondarie, costellate da mille e più tombe, e mausolei.

Cimitero di Novodevičij, Mosca, Russia, Transiberiana, Momenti
Il cimitero di Novodevičij

Esploro questo luogo sacro, mi addentro fin negli angoli più remoti, dove una natura silenziosa e a tratti selvaggia, non perde occasione per riprendersi qualche rivincita. Si allunga e si allarga, colorando di un verde soffice le numerose opere marmoree.
Mi perdo per i vicoli invasi dall’erba, cammino per delle ore nel silenzio di vecchie tombe dimenticate.
Vuoti occhi di marmo sembrano seguire ogni mio passo, le iridi color del muschio ricambiano muti il mio sguardo assorto.

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Il cimitero di Novodevičij

Delle persone qui sepolte non conosco nessuno in particolare, fatta eccezione per Vladimir Majakovskij.
Raggiungo la sua tomba, un brivido mi percorre la schiena mentre me ne sto ritta in piedi, di fronte all’imponente lapide.
Decido di leggere una delle sue poesie, una sua opera casuale.
Il vento rapisce le mie parole a malapena bisbigliate.
Un altro brivido mi scuote l’anima, ho gli occhi umidi di sale.

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La tomba di Vladimir Majakovskij, Cimitero di Novodevičij

Il cimitero di Novodevičij è molto simile a quello di Père Lachaise di Parigi.
Visitare luoghi simili mi fa sempre un certo effetto: guardando le vecchie foto che resistono tenacemente negli anni, immagino la storia delle vite antiche che ritraggono.
Sorrisi sbiaditi nel tempo, nomi perduti nell’oblio.
E un velo di tristezza si posa sul mio cuore, nostalgico di epoche a me sconosciute.

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